La Compagnia si forma nel 1983 a Torino, con l'intento di stabilire, tramite lo spettacolo, un rapporto immediato e diretto con il pubblico, ispirandosi all'antico Teatro dei Saltimbanchi. Gli spettacoli si rivolgono ad un pubblico eterogeneo con cui si crea una magica empatia che si gioca fra il sogno, il sorriso e la poesia.
Proprio da questo tipo di teatro vengono riprese varie tecniche, tipiche dell'attore saltimbanco, quali l'acrobatica, l'uso dei trampoli, gags comiche, la giocoleria, numeri di magia, i burattini, la danza e la musica.
Tali tecniche, unite alle esperienze attorali degli artisti della Compagnia e a nuovi linguaggi e espressioni artistiche, hanno dato vita agli eventi di Teatro di Strada che il Teatro Carillon ha rappresentato in manifestazioni nazionali ed internazionali (Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Svizzera, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Costa Rica, Ungheria, Olanda, Grecia...)
Le più importanti scuole frequentate dagli attori sono: Teatro Nuovo di Torino, scuola Belga di mimo, esperienze di teatro-laboratorio con gli attori dell'Institut Aktora Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowsky, esperienze sul lavoro dell'attore con il Teatro continuo di Padova, "Piccolo Teatro" di Pontedera, Teatro Tascabile di Bergamo, Living Theatre.
Negli ultimi anni la Compagnia in collaborazione con altre realtà locali ha definito, organizzato e costruito nuovi spettacoli, sulla scia delle nuove sperimentazioni, portando anche in teatro nuovi tipi di rappresentazione teatrale, soprattutto in ambito socio-culturale.
Nell' ultimo periodo il gruppo sta conoscendo una nuova trasformazione, una compagine di ragazzi si è unita all'organico al fine di valorizzare l'attività teatrale in strada e nelle periferie attraverso linguaggi multimediali. La nuova direzione cerca di integrare riflessioni in merito alla scenografia e alla comunicazione teatrale, attraverso la tecnica del videomapping interattivo, accompagnando lo sviluppo di dinamiche trasversali e l'introduzione di nuove figure professionali come quelle relative al mondo dell'architettura e della sociologia.
Videomapping site specific
E’ una espressione artistica multimediale consolidatasi negli ultimi vent’anni, al fine di vestire con la luce le superfici esterne e interne di edifici e manufatti. Nello specifico, dopo un accurato rilievo architettonico della superficie, si inseriscono estratti video su porzioni dello stesso, al fine di modificare, alterare o valorizzare la percezione del soggetto.
Quali sono le condizioni per poterlo realizzare?
Per svolgere un videomapping efficace è necessario un limitato inquinamento luminoso sulle superfici designate, non ci devono essere sorgenti luminose che danneggino la fruizione dell’osservatore. La distanza di proiezione deve almeno essere equivalente alla dimensione prevalente del manufatto.
Cosa viene proiettato?
Tutto dipende dai requisiti designati dal contesto o dalla committenza, le visual performances possono variare a seconda del tipo di linguaggio scelto. Un videomapping si sviluppa su due piani interdipendenti, il primo è quello legato al tipo di proiezione che si intende sviluppare, la scelta mai completamente univoca ricade nella possibilità di realizzare visualizzazioni superficiali o tridimensionali. Il secondo piano si materializza nel tipo di linguaggio narrativo, anche in questo caso la scelta dovrà ricadere tra un racconto maggiormente definito o uno completamente astratto. Le scelte intraprese non ricadono sulla performance in maniera assoluta ma permettono di sviluppare un percorso progettuale coerente al tipo di evento.
Tipi di performance proposti:
- Videomapping urbano (facciate o porzioni di edifici)
- Videomapping da interno (pareti e oggetti da interno)
- Installazione luminosa di arredo ubano (proiezione statica o semi-statica)
- Visual concert (proiezione e musica dal vivo/ dj set)
- Live painting